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Alcune note su utilizzazione di RFID nella filiera FASHION in Italia
Quello che segue è il risultato di un’analisi circa l’uso di RFID per il fashion in Italia (basata su materiali in Internet) ed alcune (poche) interviste ad esperti coinvolti in applicazioni reali.
Premesso che per eBIZ-TCF è importante capire gli aspetti di trasmissione dati (eBusiness) che ostacolano, o favoriscono, le collaborazioni inter-aziendali, tra organizzazioni diverse, ecco alcune brevi riflessioni sull’uso dell’RFID nella filiera Moda in Italia.
A. Il primo dato è che parliamo essenzialmente di applicazioni per capi finiti (o almeno 'interi', eventualmente con qualche lavorazione ancora da eseguire –p.es. stiratura-, non dei materiali e semilavorati come un tessuto).
B. In generale, a prima vista, ci sono molte situazioni in cui si vede un beneficio verso l'esterno (la filiera) ma pare spesso avvenga soprattutto grazie ad una migliore gestione delle strutture interne e delle porte di uscita ed ingresso e non grazie ad una azione collegata di integrazione dei sistemi tra più aziende.
Ad esempio ai terzisti si chiede di ‘attaccare le etichette’ con gli RFID per semplificare la successiva gestione INTERNA all’azienda (interna in senso lato, nel caso di aziende con più siti produttivi o magazzini o con operatore logistico esterno).
Per quanto riguarda i negozi in moltissimi casi si tratta di negozi propri anche se, sulla carta, la barriera verso il multimarca è probabilmente più organizzativa che tecnologica (forse potrebbe sussistere un problema di non ottimizzazione nella lettura dati da differenti caratteristiche dei TAG adottati dai diversi produttori –che comunque condividono la specifica EPC Gen2-, perlopiù legate a caratteristiche prodotto, imballaggi e metodo lettura –si tratta comunque di un problema di ottimizzazione -).
C. Specifica per tag e lettori è Iso 18000-6C, conosciuta anche come Epc Class 1 Gen 2. Il tag supporta un codice EPC che consente la identificazione univoca del prodotto quanto a modello, taglia e colore (presso organizzazioni terze, non essendo codice ‘parlante’, serve disponibilità di una decodifica che associ codice di prodotto a sue caratteristiche commerciali -almeno taglia e colore-).
D. In prospettiva, specialmente nella costruzione di filiere molti a molti, si rivelerà importante la attività di caratterizzazione delle prestazioni dei diversi modelli di TAG e delle etichette (smart label) che li contengono in funzione dei requisiti delle diverse tipologie di prodotto e confezionamento.
QUESITO: viene usato codice EPC Global con codifica GS1 del prodotto oppure un codice interno di analoga dimensione (la forte variabilità stagionale dei cataloghi ha prodotto problemi di rapido ‘esaurimento’ delle numerazioni GS1?)
Tre aspetti di interesse per eBIZ
A. Associazione capo – Codice EPC.
E’ un aspetto delicato nel quale occorre ridurre rischio di errore e limitare costi; vi sono diversi modelli operativi;
Una prima scelta è far produrre a terzi etichette con codice EPC a bordo oppure scrivere il codice internamente
Una seconda riguarda l’attaccare l’etichetta al capo presso terzi o in proprio.
In particolare se etichette prodotte presso terzo si può ipotizzare che committente debba
inviare al produttore di etichette istruzioni (ordine) sulle etichette da produrre: quante per ciascuna combinazione (modello, colore, taglia) ed a partire da quale numero progressivo di serie,
inviare al produttore di etichette le istruzioni di spedizione verso terzisti (richiesta di spedizione): destinatario, quantità per ciascun codice,
eventualmente ricevere informazione (avviso spedizione) su avvenuta spedizione delle etichette: codici prodotto, lista o range dei valori seriali inviati
Se etichette attaccate al capo presso terzo si può ipotizzare il terzista debba
ricevere etichette con istruzioni (eventualmente una lista in formato elettronico)
comunicare a committente quantità articoli spediti per codice (modello taglia colore), con associati codici EPC dei capi che sta spedendo (avvisi spedizione); l’invio dei codici individuali (la parte seriale del codice EPC e/o il TID) è indispensabile in realtà solo se si realizzano politiche di anticontraffazione, lotta ai canali paralleli o comunque di rintracciabilità del capo e del suo percorso lungo la filiera.
QUESITO:
quanto è critica l’assenza di scambio dati elettronico durante la operazione di richiesta di produzione di etichette con codice EPC relativamente a
a. Istruzioni al produttore di etichette (quante etichette e quali codici EPC)
b. Istruzioni al produttore di etichette sulla spedizione a diversi terzisti che le attaccheranno
c. Restituzione da parte del produttore di etichette di avviso spedizione con informazioni su codici EPC generati (in particolare numeri seriali)
B. Logistica interna.
Dal punto di vista eBIZ, l’unico aspetto critico è che alla ricezione dei capi il sistema abbia ricevuto una bolla di consegna dei capi attesi (numerosità per modello taglia e colore), che se in formato elettronico consente controllo di merce attesa rispetto a quella consegnata.
Al momento le aziende sembrano disinteressate ai seriali univoci del singolo capo; il discorso cambierebbe in una ottica di lotta ai canali paralleli ed alla contraffazione e comunque di rintracciabilità del prodotto.
QUESITO: in prospettiva le aziende saranno interessate a conoscere in anticipo il seriale univoco per ogni capo in attesa di essere consegnato dal terzista?
C. Logistica esterna.
Operazioni tipiche coinvolgono fornitori e terzisti relativamente ad avanzamenti produzione, spostamenti logistici ed inventari.
Operazioni tipiche coinvolgono retail relativamente ad spostamenti logistici, inventari, report vendite e connessi servizi di replenishment/never out of stock, resi.
Nel punto di vendita il vantaggio primario è al momento dell’arrivo e presa in carico ed, eventualmente, nella attivazione di servizi di eShop o ‘Shopping Experience’. Sono vantaggi ‘interni’ che però abilitano il retail a fornire, se vuole, con minore sforzo informazioni al produttore che solitamente non fornisce.
Dal punto di vista di eBIZ sono significativi gli aspetti:
- Movimenti logistici (avviso spedizione, avviso ricevimento) che includano la indicazione dei seriali (le quantità per modello-taglia-colore sono già trattate da attuali documenti eBusiness), eventualmente espressi in modo sintetico per range
- Inventari (inventory report e movement) e report vendita (sales report) in modo analogo
- Resi dovrebbero indicare codice seriale
- Trasmissione di anagrafiche prodotto che associno codici EPC ad anagrafica prodotto (in particolare recuperando modello, taglia e colore per valutare assortimenti in stock); in realtà codici per modello-taglia-colore dovrebbero essere già trattate da attuali documenti eBusiness che però sono poco utilizzati.
Elenco documenti eBIZ downstream da tenere in considerazione in un'ottica di utilizzo di RFID:
Despatch Advice Delivery Based
Despatch Advice Package Based
Instruction for returns
Inventory report
Inventory movement report
Receiving Advice Delivery Based
Receiving Advice Package Based
Returns advice
Sales report
Catalogue
Elenco documenti eBIZ upstream
Despatch Advice
Despatch request
Inventory report
QUESITO: in prospettiva le aziende saranno interessate a trasmettere il seriale univoco per ogni capo in inventario o venduto o reso per la sola anticontraffazione oppure più in generale?
QUESITO: quando non è il retail a disporre le specifiche, i punti vendita multimarca hanno forse trovato problemi a gestire RFID di tipi diversi realizzati da produttori indipendenti tra loro (benchè conformi a Gen2)?
D. quali dati per RFID nei messaggi del fashion
In general, RFID information are needed in inventory documents (such as "Inventory report", " Sales report ", ...) and in transport documents (such as "Dispatch Advice", "Receiving Advice", ...). The RFID information that should be possible to have in these documents are:
- the EPC serial code used for tracing the item instances (SGTIN-96, for example) - the "Tag IDentifier" (TID) wired in the chip. This second item could be relevant when dealing with anti-counterfeiting initiatives.
This information could be provided following one of these approach: 1. by specifying each "EPC code" and the "Tag IDentifier" (TID) wired in the chip related to each item having an RFID; that is for example a list of items (SKUs) in my warehouse. 2. by specifying one or more range of "EPC codes" related to a set of items, each one having an RFID. In this case the TID is not required. This is less usual but in some cases it has been claimed as useful: when I am sending a lot of items from the manufacturer to the producer (the company that will store them and send to retail organisations)
QUESTION: do you agree with this approach? is the representation by ranges useful? is the TID data useful at this stage?
Gruppo Linkedin RFID for Fashion (italiano), dedicato all’uso di RFID nell’industria del Fashion.
Introdotto la tecnologia RFID prima (2009) sulla parte di back end, a supporto di tutte le attività logistiche (2.5M capi anno), show room inclusi, e poi sul front end per migliorare la gestione in store.
Poi RFID anche negli showroom con touchscreen ed altro (2012), molto innovativo a livello negozio (si parla di ‘shopping experience’ per il cliente).
Da 2012 tutta la produzione (1,5 milioni di capi) viene associata a RFID presso terzista, riconciliazione con ordini e bolle ogni volta che merce entra ed esce dai magazzini muniti di lettori.
Liujo ordina etichette indicando codici (colore, modello, taglia) a fornitore che produce etichette con codici EPC e li invia al terzista che produce i capi ed attacca le etichette ai capi prima di spedirli ai centri logistici.
Con operatore logistico (che fa anche stiro, imbustamento, spedizione, ecc); da 2008 RFID con obiettivo del controllo del canale distributivo e del grey market;
produttore emette tag con codice;
logistico associa modello/taglia/colore all’id con procedura automatica,
vengono fatte rilevazioni dell’avanzamento all’interno delle fasi gestite da operatore logistico (stiro, imbustamento, ecc);
il capo viene poi tracciato in uscita magazzino e lungo tutta la filiera e la catena logistica fino al singolo cliente.
Presso sito di terzista: calzaturificio nelle Marche; intero processo di lavorazione (artigianale) è perfettamente tracciato grazie a lettori RFID disseminati per tutto il sito produttivo e transponder inseriti nei carrelli utilizzati per trasportare i prodotti semilavorati e i lavorati. Dall’arrivo delle suole all’accoppiamento con la tomaia, l’ RFID segue avanzamento di tutte le lavorazioni, consentendo ai responsabili della supply chain un livello di monitoraggio massimo.
Tessuto seta lungo processo di produzione su sette aziende che svolgono in sequenza le lavorazioni di roccatura, tessitura, purga, tintura, stampa, finissaggio, e confezione: si passa dalla rocca al tessuto e dal tessuto al capo finito.
Informazioni contenute nel tag aggiornate dopo ogni trattamento e archiviate in un database condiviso dalle imprese: cliente può poi visualizzate le informazioni sulla storia produttiva del prodotto.
Scopo arginare fenomeni della contraffazione e del mercato grigio.
Store di Value added reseller:uniformare i processi di stoccaggio, inventario, codifica della merce in magazzino e gestione degli ordini legate al back end, abbracciando anche attività di front end del punto vendita: magazzino interno ed antitaccheggio.
Combattere il mercato grigio ispezionando negozi. Tag inserito in produzione e tenuto sino al negozio dove però non si usa per identificazione ed è sostituito da bar code per identificazione: poi ispettori verificano congruenza RFID presso punti vendita.
Garanzia di qualità e autenticità su tutte le fasi di produzione fino al capo confezionato. RFID su tessuto all’arrivo in azienda e poi segue lungo lavorazioni (informazioni lavorazioni poste su RFID fino al cliente). Geolocalizzazione delle spedizioni in tempo reale.
Tracciabilità e certificazione disponibile presso punto vendita, resistenze commercianti.
Logistica magazzini distribuiti nel mondo, da headequarter italiano a magazzini sparsi nel mondo
Il tag RFID è associate al capo spedito e viene tracciato ad ogni passaggio logistico nella sua esatta locazione, usando anche barcode detector, grazie ad integrazione con la piattaforma software di operatore logistico internazionale.
Produzione cravatte di qualità, abbigliamento sportivo di classe (600k capi a stagione). Ingresso e uscita magazzino per ottimizzare i flussi delle merci e abbattere gli errori delle spedizioni.
Tag posto in etichetta presso produttore, il fornitore [di etichette] consegna bobine di etichette con RFID preinizializzati con seriale progressivo di cliente e CRC di controllo. Stampanti pilotate da middleware con totale affidabilità della associazione Tag/Prodotto.
Pilot. Basato su SAP. RFID per la gestione dei campionari e dei prototipi (magazzino, show room, uffici stampa, etc): in ogni momento conoscere il percorso di ogni singolo articolo e il suo posizionamento nei vari spostamenti lungo la propria filiera (introduce una mappatura contabile delle giacenze per avere visibilità della localizzazione di tutta la merce). Ha iniziato nei due show room di Milano, Roma, New York.
Capi abbigliamento ed accessori femminili, tag sul cartellino appeso in fase di produzione, produzione delocalizzata in più paesi, 1M di capi annui, RFID velocizzano ingresso e picking in magazzino, tag stampati in proprio, nuovi servizi controllo qualità a campione introdotti e migliore inventario (tempi ed errori).
RFID applicati a pezze di tessuto a fine lavorazione, poi utilizzate per ricevimento ed inventario negli spostamenti interni e tra magazzini dell'azienda.
RFID applicati a ogni accessorio e capo da faconisti verso magazzini logistici utilizzate per ricevimento ed inventario negli spostamenti interni e tra magazzini dell'azienda e soprattutto in uscita verso i punti vendita.
Laboratori di ricerca con attività relative a RFID per il fashion in Italia